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Castelvetrano (Trapani, Sicilia), Teatro Selinus.

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Breve storia del Teatro selinus

Non ha avuto mai vita facile questo nostro teatro comunale, fin dall’inizio; da quando cioè, all’indomani dell’unità d’Italia, si cominciò a pensare a individuare un’area dove potesse sorgere una struttura da adibire a pubblici spettacoli. Scartata, infatti, l’ipotesi di costruire il teatro in prossimità della chiesa patronale di S. Giovanni Battista, a motivo delta intransigente opposizione del vescovo di Mazara, solo nel 1871 il Comune riuscì a comprare una vasta area, di proprietà dei principi di Castelvetrano, tra la piazza Carlo d’Aragona e la via Vico. Il sito dove oggi sorge il teatro era occupato da un piccolo e modesto albergo che, come ricorda, la lapide posta a sinistra del portone principale, diede ospitalità, il 21 aprile 1787, al famoso scrittore tedesco Wolfgang Goethe, che ricordò il fatto nel suo celebre “Viaggio in Italia”. I lavori, iniziati nel 1873, si protrassero con lentezza fino al 1908, allorquando la struttura, sia pur priva di arredi e di attrezzature, fu inaugurata con un concerto di beneficenza a favore degli alluvionati di Modica. Negli anni successivi l’Amministrazione Comunale provvide a rendere operativo il teatro, il cui palcoscenico, net 1910, fu chiuso dal bel telone di Gennaro Pardo raffigurante l’apoteosi di Empedocle fra i Selinuntini. Piccolo ma funzionate, il teatro Selinus (nome datogli dal 1931 dal podestà Riccardo Tondi), realizzato secondo gli schemi neoclassici previsti dal progetto di Giuseppe Patricolo, venne a completare la mirabile cornice di piazza Carlo d’Aragona e Tagliavia e ad essere un punto di riferimento nella vita culturale delta città. lndubbiamente fu il periodo tra le due guerre quello maggiormente fortunato; i nostri anziani ricordano itanti spettacoli di lirica, di operetta, di prosa che si allestirono in quegli anni; e gli artisti che calcarono le scene del teatro, e ne apprezzarono l’ottima acustica: da Gino Bechi, ad Angelo Musco, a Rosina Anselmi, ad altri ancora. Poi, dopo la guerra, un lento ma inarrestabile degrado portò il Selinus ad esser trasformato in cinema, in sala da ballo, e poi a chiudere i battenti. La questione del teatro divenne quindi uno del tipici “tormentoni” della vita pubblica castelvetranese, fino al 16 dicembre 1984, quando con un lavoro di Neil Simon, “I ragazzi irresistibili”, il Selinus fu riaperto e sembrò che l’annosa vicenda fosse conclusa. Invero la stagione non nasceva sotto i migliori auspici; infatti la serata fu turbata dalla rumorosa contestazione (volarono anche un paio di uova) inscenata da molti cittadini che protestavano per i criteri che l’Amministrazione del tempo aveva adottato nel diramare gli inviti per l’inaugurazione. Comunque, superate le polemiche, si andò avanti per qualche anno con stagioni di un certo prestigio e con spettacoli allestiti anche dalle filodrammatiche locali; ma emergevano frattanto, uno dopo l’altro, vari problemi: si cominciò con le poltroncine non ignifughe che dovettero esser sostituite, poi fu la volta del tetto ligneo, poi dell’umidità; molti ricorderanno, ancora, il freddo glaciale che paralizzava gli spettatori nel corso di certe serate invernali. Alla fine non si riuscì più a ottenere l’agibilità per pubblici spettacoli, cosicché il teatro, nel 1990, fu nuovamente chiuso. La Civica Amministrazione insediatasi net 1993 ha provveduto, fra molte difficoltà burocratiche, al rifacimento delle coperture, alla realizzazione dell’impianto di climatizzazione, a chiedere al Ministero dell’Interno – trattandosi di edificio monumentale – la deroga per le uscite di sicurezza, ai lavori di adeguamento degli impianti elettrici alla normativa comunitaria e alla collocazione di sofisticate apparecchiature di sicurezza. Questo è stato l’ultimo passo prima di riconsegnare definitivamente il teatro alla sua funzione di centro culturale per la nostra città; ciò è avvenuto il 21 novembre 1997 con l’opera buffa di Bibi Bianca, “Storia di cavalieri, filtri e amori”. Resta sempre aperto il problema della gestione di questa struttura che non deve essere intesa soltanto come luogo di rappresentazioni, ma anche come laboratorio dove tante energie locali possano trovare adeguata valorizzazione. Appare percorribile l’ipotesi di un ente autonomo o di una società mista, sotto la guida di un direttore artistico di indiscusso valore, come l’attuale bravissima Marliena Monti, in grado di esprimere capacità gestionali e programmatiche che consentano di coniugare le varie esigenze del pubblico, di valorizzare le energie locali, di realizzare cartelloni e iniziative che contribuiscano, oltretutto, al rilancio della nostra città. Da questo punto di vista è ancora attuale quanto scrisse Ferruccio Centonze nel “Nuovo Risveglio” del gennaio 1985, laddove rivendicava con passione la valenza civile del teatro. Oggi la stella (“così bella che credevo non averla mai vista”), che il poeta tedesco vide brillare attraverso il tetto bucato di questa misera locanda, torna a risplendere nei cielo di Castelvetrano, auspicio di tempi ancora migliori per il nostro teatro e di un rinnovato avvenire per la città. Dopo tre anni dalla riapertura, il teatro vive due stagioni alterne, che tuttavia producono cartelloni ed abbonati. Il nuovo ciclo del Teatro Selinus è però rappresentato dalla “svolta” del 2003. Il nuovo direttore artistico Giacomo Bonagiuso, regista e scrittore eclettico, imprime al Selinus una direzione precisa, una idea complessa di teatro, cultura e didattica. Il Selinus diviene “il teatro di Città”, motore propulsivo delle attività culturali e delle iniziative volte al mondo giovanile; nasce in quest’ottica la “Scuola di Teatro e Cinema Ferruccio Centonze” diretta alla formazione di giovani talenti del territorio. La stagione 2003/04 si intitola significativamente “La fabbrica del teatro”, un segno di edificazione della teatralitùà che vede in campo le energie del territorio insieme alle compagnie consolidate. Alla “Fabbrica” seguiranno: “Mascherae” (2004/05), “Le parole e le rose” (2005/06), “Risus Vivendi” (2006/07) che si è svolta al teatro Capitol per l’inutilizzabilità del Selinus causa i lavori di definizione del Sistema delle Piazze civiche, “Disiu di ripartenza” (2007/08), “Stranizzi di scena” (2008/09) e, infine “Stagioni da vivere” (2009/10).” (testo. Saverio Calcara

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